Sul filo della Lama
La tua Lezione Zero ne "La Mente sopra La Lama"
SCENA 1: L'INCUBO
È tardi. L'aria è fredda, umida. Sei stanco dopo otto ore di lavoro e l'unica cosa che vuoi è arrivare all'auto. La tua mente non è lì: è sull'e-mail che devi mandare domani, sulla notifica di WhatsApp che ha appena illuminato lo schermo del tuo cellulare. Sei curvo, in una bolla di luce bluastra.
All'improvviso, la bolla scoppia. Un'ombra ti taglia la strada. Ti fermi di colpo, irritato prima che spaventato. Alzi lo sguardo. Non è un passante distratto. Lo sguardo è fisso su di te, duro. La mano destra è bassa, vicino al fianco, ma la luce dei lampioni ne cattura il riflesso metallico. Un coltello. Piccolo, ma abbastanza grande da cambiare tutto. "Il portafoglio. Muoviti."
Il tuo cervello va in tilt. Il cuore ti martella contro le costole, coprendo ogni altro suono. L'istinto primordiale ti urla: "INDIETRO!" Fai un passo tentennante all'indietro, cercando aria, cercando una via di fuga. BAM. La tua schiena impatta contro qualcosa di solido. Non è un muro. È un torace. Due mani ti afferrano le spalle e ti ri-spingono violentemente in avanti, verso la lama. Sei in trappola. Il respiro si blocca. Il terrore è liquido, freddo.
"Maestro... Maestro, come ne esco adesso?"
SCENA 2: IL FERMO IMMAGINE
Come ne esci adesso? Adesso, non ne esci. O almeno, non senza pagare un prezzo altissimo. Denaro e autostima, nella migliore delle ipotesi. Oppure sangue, o la vita. Hai già perso.
"Ma ho studiato le tecniche! Le leve, i disarmi, le pressioni, i colpi... deve esserci una mossa!"
Le tecniche... oh sì, ti ho accompagnato a testarne decine, e ancora centinaia potrei insegnartene, ma... guardati. Sei rigido, il tuo battito cardiaco è a 180, stai sperimentando la
visione a tunnel: vedi solo quella lama. Il tuo cervello arcaico ha sequestrato tutte le tue competenze. Non ricordi nemmeno il tuo codice PIN in questo momento, figuriamoci un disarmo complesso contro due avversari.
Il tuo errore non è stato qui, davanti alla lama. Il tuo errore è stato trenta secondi fa. È stato dieci metri più indietro. Mi hai chiesto
come uscirne. Le domande, quelle giuste per te ora, sarebbero dovute essere: "come sono arrivato fino qui?" e "
come non entrarci?"
SCENA 3: IL REWIND
Riprova. Ma questa volta, usa la Mente prima del corpo. Shinobi Dō.
Esci dal lavoro. Sei stanco, sì. Ma metti il cellulare in tasca. Alzi la testa, raddrizzi la schiena e apri le spalle. Respiri. Cammini con passo deciso, non lasciando che la stanchezza della giornata ti intorbidisca
ora. Senti l'aria fredda. I tuoi sensi si espandono.
Osservi l'umanità intorno a te,
ascolti i rumori provenienti dal traffico, e i silenzi. Non sei paranoico, sei presente. L'ambiente in cui ti muovi non è uno spazio amico, nè nemico. Questo ambiente è neutro: può rivelare un abbraccio di un amico che non vedevi da tempo, o riservarti delle sorprese che nemmeno nei peggiori incubi.
Vedi due figure ferme all'angolo della strada, trenta metri più avanti. Non stanno facendo nulla. È proprio questo che attira la tua attenzione: sono troppo statici in una strada dove tutti camminano.
Percezione. Li hai visti prima che loro vedessero te come una facile vittima.
Invece di proseguire dritto nella loro trappola a imbuto, cambi lato della strada. Con calma, deliberatamente. Li guardi per un secondo. Non uno sguardo di sfida, ma uno sguardo di consapevolezza. Loro ti vedono guardarli. Il predatore cerca una preda facile, distratta. Anche lui corre dei pericoli, anche le sue risorse sono limitate. Tu hai appena comunicato: «So che ci siete. Vi vedo. Non sarò facile. Cambiate preda».
Le due figure si scambiano un'occhiata. Uno dei due accende una sigaretta, fingendo indifferenza. Ti lasciano passare. La molla della trappola non è scattata.
SCENA 4: CHIUSURA
La difesa personale non inizia quando appare il coltello. Lì, finisce. Inizia nella tua testa, molto prima. Si nutre di osservazione, di concentrazione, di attenzione a 360°, di riflessi, di dolorose domande autoimposte: "se io fossi un predatore, cosa vorrei dalla mia preda?".
Quando l'ombra è diventata buio profondo, non c'è più lampadina che tenga. Ma, prima, l'ombra può essere illuminata e, se non scomparire, allontanarsi.
Gli ingredienti di questa pericolosa materia sono molti altri: la "tecnica" marziale, il condizionamento sotto stress, l'allenamento fisico, lo studio della tattica militare. Servono tutti. Ma senza la Mente che li governa, restano strumenti inerti in una cassetta degli attrezzi chiusa a chiave.
È questa "chiave" — la lucidità prima del buio — che esploreremo a fondo nel seminario di Dicembre.
LA MENTE SOPRA LA LAMA¹
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