Ninja, il Volto Nascosto 3/3

Christian Russo • 6 ottobre 2023

Dipanare la nebbia che avvolge i guerrieri ombra del Giappone

Seconda parte di un articolo realizzato per l'edizione set/dic. 2023 di "PAGINE ZEN" (trovi la prima parte qui e la seconda parte qui).

Bansenshukai

I manuali shinobi

Durante il pacifico periodo Edo, le attività militari e spionistiche diminuirono notevolmente e molti ninja si reinventarono come poliziotti o guardie del corpo.


Gran parte delle informazioni che possediamo sugli shinobi deriva da tre testi principali, tra i quali il più noto è il “Bansenshukai” (Fig. 1). Questo documento, datato 1676 ma reso pubblico solo alla fine del 1700, raccoglie una vasta gamma di informazioni sui ninja risalenti al periodo delle grandi guerre.


La storia della comparsa in pubblico di questo documento merita di essere raccontata: nel 1789 due abitanti di Kōka, Ohara Kazuma e Hachizaemon Oki Moriichiro, visitarono la capitale Edo nella speranza di essere assunti dallo shogunato. I due si presentarono dal Jisha Bugyō (magistrato) Matsudaira Ukyonosuke e, dopo avergli offerto del sake, gli donarono una preziosa copia del testo “Bansenshukai”, a testimonianza della loro conoscenza delle arti spionistiche. Il magistrato non li assunse, ma li ringraziò per il dono ricevuto, facendo una piccola offerta in monete d’argento per loro e per le impoverite famiglie di Kōka. Quella copia è oggi conservata negli Archivi Nazionali del Giappone.


L'emergere di questo documento fu un primo unicum nella storia, segnale della fine dei ninja. Prima di allora, i documenti contenenti le loro conoscenze venivano distrutti periodicamente per evitare che cadessero in mani nemiche e riscritti grazie alle conoscenze orali dei praticanti del ninjutsu. Tuttavia, sembrava che nessuno avesse più bisogno dei ninja di Iga e Kōka in un Giappone pacificato e in fase di modernizzazione. L'offerta al magistrato di Edo potrebbe essere riletta oggi come una disperata e inascoltata richiesta di aiuto. 

 

Le arti shinobi

Seppure la cultura popolare spesso abbia presentato i ninja come supereroi dotati di poteri magici e abilità sovrumane, dobbiamo questa nomea alla natura del loro addestramento (paragonabile a quello delle forze speciali odierne).

Essi praticavano le arti marziali tipiche del periodo in cui vivevano, selezionandone le versioni più adatte alle loro missioni. Inoltre una serie di specializzazioni li contraddistingueva rispetto ai guerrieri comuni: arrampicata, movimento silenzioso, dialettica, fisiognomica (ninsō), topografia, erboristeria e fabbricazione di esplosivi.


Kunoichi: le donne Shinobi?

Nel già citato Bansenshukai compare per la prima e unica volta un termine che verrà utilizzato dal momento della sua divulgazione per indicare le donne ninja, le “kunoichi”. Questo termine è composto dalle tre sillabe ku (く), no (ノ) e ichi (一): è in realtà un modo cifrato di indicare le donne in generale da utilizzare in un’azione sotto copertura. Se combinate, le sillabe vanno infatti a comporre la parola onna (女), donna.

Nelle attività ninja, il ruolo delle donne, sebbene limitato, risultò essenziale e più rilevante rispetto a quello svolto nell'esercito regolare: potevano accedere ad aree ricche di pettegolezzi delle case nobiliari e precluse agi uomini - le okugoten, potevano sedurre, raccogliere informazioni e compiere agguati senza destare allarme nelle più disparate situazioni. Inoltre, è storicamente documentato nel testo “Igaryū Kokaryū shinobi hidensho” almeno un passaggio dinastico di una tradizione shinobi per linea matrilineare.

Un’altra famosa donna ascrivibile all’area shinobi fu Mochizuki Chiyome, che ricevette il compito dal Generale Takeda Shingen di organizzare e addestrare un gruppo di donne camuffate da “miko” (sacerdotesse dei templi shintoisti) per la raccolta di informazioni. Per mezzo di un permesso governativo speciale le “aruki miko” (miko camminatrici) potevano viaggiare liberamente per il Giappone nello svolgere le proprie funzioni sciamaniche e… raccogliere informazioni.

 

 

Oggi

Oggi la figura dello shinobi è oggetto di studio, riscoperta e rivalutazione da parte di molti studiosi che esaminano criticamente le fonti storiche per comprenderne il ruolo e l'importanza nella storia del Giappone. Alcune scuole di arti marziali si ispirano direttamente o indirettamente alle pratiche shinobi, il turismo culturale legato alla figura del ninja è in costante crescita, con musei, parchi tematici e esperienze immersive dedicati a questi affascinanti guerrieri ombra. Molta nebbia sembra con il tempo essersi diradata, ma molto altro rimane da scoprire.

 

 

 

 

Bibliografia

Cummins / Minami / Atsumi • The Book of Ninja. Watkins Pub., London, 2013

Cummins / Minami • True path of the Ninja. Tuttle Pub., Berkeley CA, 2012

Draeger, Donn F. • Bujutsu classico. Mediterranee, Roma, 1998

Mol, Serge • Classical fighting Arts of Japan. Kodansha Int., Tōkyō, 2001

Mol, Serge • Classical weaponry of Japan. Kodansha Int., Tōkyō, 2003

Mol, Serge • Takeda Shinobi Hiden. Eibusha, Tōkyō, 2016

Russo, Christian • Hojōjutsu, l’Arte Guerriera della Corda. Ed. Yoshin Ryu, Torino, 2015

Russo, Christian • Kusari-Dō, Sulla Via Guerriera della Catena. Ed. Yoshin Ryu, Torino, 2021

Turnbull, Stephen • Ninja, unmasking the myth. Frontline Books, Barnsley, 2017

Yamada, Yuji (a c. di) • Ninja Gaku Taizen Tankobon – Mie University, Kokusai Ninja Kenkyu Center, 2023

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